Era una sera di tarda estate o autunno appena iniziato, forse.
Salivo le scale all’uscita della metropolitana, alla fine di una solita giornata di lavoro.
Un ragazzo mi offre un volantino colorato che stranamente prendo tra le mani. Ancor più stranamente lo leggo e lo conservo. Qualche giorno più tardi i miei passi percorrevano un tratto di strada che già conoscevo, ma fermandosi di fronte ad una porta che prima mai avevo davvero notato.
Ero arrivata da pochi mesi dopo un trasloco di soli cinquanta chilometri e di un grande cambio di vita. Ancora frastornata e sperduta, “sradicata” dicevo ogni tanto.
Forse ancor meno preparata ad una città nuova di quanto non lo sia ora che mi trovo a cambiare addirittura Paese.
Non lo sapevo quella sera, mentre entravo per fare quattro chiacchiere, incuriosita e intimorita, come sono sempre di fronte a ciò che non conosco.
Non sapevo che avrei trovato radici, saggezza, generosità e un pezzo della mia strada. Della strada non solo mia, in verità.
Di quella di mio marito anche, e di mio figlio, nato lì con voi.
Sono passati quasi otto anni e mi sembra ieri.
Grazie Paola, grazie Luca. Che gli addii sono soltanto arrivederci.
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LUNGO IL CAMMINO
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